Le Leggi del Fanatico

Il 18 marzo l'attentato dell'Isis al Museo del Bardo a Tunisi ha rigettato ancora una volta il mondo nella paura e nella tristezza. Un altro attentato, dopo quello a Charlie Hebdo, che ha provocato altri morti, tra cui anche degli Italiani.
In molti confondono questi attentati come opera dell'Islam, in pochi invece analizzano bene la questione fino a poter concludere che questi attentati non sono opera di islamici, ma di fanatici che si spacciano per Islamici.


Sì, perché abbiamo di nuovo a che fare con dei fanatici. Di nuovo perché, come la storia ci dimostra, il mondo è stato costellato di guerre e di morti molte volte causate e da fanatici.


Sin dai primi anni del 1000, spedizioni di fanatici cristiani che con le crociate andavano a uccidere musulmani in Terra Santa per poi passare alle parole di Manzoni che, descrivendo la "rivolta dei forni" 1600, dava un identikit del fanatico
"Nei tumulti popolari c'è sempre un certo numero di persone che per persuasione fanatica fanno di tutto per ispingere le cose al peggio e non è mai troppo per costoro".
Il tutto per passare poi dal fanatismo dei primi anni Novecento, quello delle camicie nere e del fascismo, fino ai giorni nostri con i fanatici Islamici.

C'è sempre qualcosa che accomuna tutti questi tipi di fanatici che si sono successi nella storia. La presunzione di avere la verità in loro possesso e la mancanza di dialogo ne sono un esempio.
Perché il fanatico pensa davvero di avere tutta la verità. Significativa è la frase che Umberto Eco ne "Il nome della rosa" fa dire all'abate Guglielmo
"Temi i profeti che sono disposti a morire per la verità, perché di solito fan morire moltissimi con loro, spesso prima di loro, talvolta al posto loro".
Il fanatico è esattamente questo, un "profeta" che pensa di avere la verità e che muore e fa morire per essa.

Il pensare di possedere una verità assoluta è strettamente legato ad un'altra causa del fanatismo e ad un'altra "qualità" del fanatico: la mancanza di dialogo. Questo è uno degli atteggiamenti peggiori che l'uomo possa avere e che distingue il fanatico da una persona civile.
La mancanza di dialogo è una delle più frequenti cause di guerre e conflitti ancora oggi. Si può citare la situazione che sta sconvolgendo la Palestina e Israele dove fanatici di ambo le parti invece di dialogare fanno parlare le loro armi. E anche in questo caso basterebbe un compromesso tra le due fazioni. Come Amos Oz scrive nel suo libro "Contro il fanatismo",
"la parola compromesso è sinonimo di vita [...] il contrario di compromesso è fanatismo, morte".

Basterebbe parlarsi, confrontarsi per non ricadere sempre nei soliti errori di cui è testimone la storia. Basterebbe eliminare la parola "fanatismo" dal dizionario e sostituirla con "dialogo".
Basterebbe mettersi nei panni dell'altro e ascoltarlo prima di ucciderlo e di offenderlo.
Come dice Atticus alla piccola Scout ne "Il buio oltre la siepe",
 "Se vuoi capire una persona, devi cercare di considerare le cose dal suo punto di vista[...] Non si conosce realmente un uomo se non ci si mette nei suoi panni e non ci si va a spasso".


Simone "Charb" Emili   

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