Dare senza ricevere, è davvero così difficile?

Nell'epoca della fibra ottica, dei droni che ci riprendono da qualasiasi parte del cielo, dei social, dei reality, dei risvoltini, della carne rossa cancerogena, tante sono state le innovazioni e i cambiamenti dell'uomo. Uno di questi è l'importanza che l'uomo dà ai valori.
Ma non i valori come le case, le auto, il Natale o la Pasqua.
Questi
sono oggetti o usanze che hanno un prezzo, non un valore.
Valori veri come l'amicizia, l'amore e il dare, sempre più strumentalizzati e indirizzati a un guadagno fisico e non sentimentale. Ma quanto vale un sentimento? Il valore di un sentimento è la somma dei sacrifici che si è disposti a fare per esso.
E' qui che entra in gioco il valore del dare.

Quante volte vi è capitato di fare di tutto per una persona, una situazione o per ottenere qualcosa e non riuscire ad ottenere cosa volevate? E' frustrante, ti taglia le gambe, ma siamo sicuri di rimanere a mani vuote? Viviamo in un mondo dove un “mi piace” vale più di un abbraccio, dove un hashtag è più importante di un caffè preso insieme e dove è fondamentale far vedere che ci divertiamo più che il divertimento stesso.

Ma allora come si faceva prima?
Come ci si conosceva senza internet, senza filtri per foto e senza followers?
Si andava avanti dando incondizionatamente tutto.
Si è perso questo valore perchè ormai vogliamo sempre un tornaconto in quello che facciamo: “metto mi piace a questo post perchè questa persona mette sempre mi piace ai miei”, pensando di fare della beneficenza,
oppure “Sì, esco con te, ma tu mi paghi la cena e il cinema”.Tutto un do ut des, ma a quali pro?
Siamo finiti per creare una società utiliritarista con una crisi di valori inimmaginabile.
Anche i sentimenti sono stati coinvolti dall'onda d'urto dell'utilità e questo ha fatto sì che si
distruggessero, che si frantumassero piano piano per fare spazio a sorrisi finti e felicità fugaci.


Pensateci.
Quanto sarebbe bello se tutti donassimo senza secondi fini?
Ci sarebbe risate gratuite, baci spontanei e sguardi carichi d'amore.
Strette di mano importanti, abbracci caldi.
Ma finchè continueremo a coltivare il nostro orticello, la daremo vinta a chi ci ha delusi, presi in giro, usati e gettati.

Perchè non amare forte? Perchè non baciarsi senza staccarsi mai? A cosa serve essere belli, non conoscendo il valore della bellezza? A cosa serve amarsi, sprecando e sperperando i “ti amo”?  A cosa serve essere famosi su facebook, e non poter scomparire in un abbraccio? Sono domande a cui non possiamo rispondere.
Possiamo solo agire e provare, provare a dare tutto quello che abbiamo sempre, in ogni situazione. Se andrà bene, tanto di guadagnato. Se andrà male, potremmo dire a noi stesso “Ci ho provato”.

A volte, l'importante non è evitare l'errore, ma scegliere quello giusto.
Certo che ci faremo del male. Certo che ce ne faranno, ma questa è la condizione stessa dell’esistenza. Farsi primavera, significa accettare il rischio dell’inverno.
Farsi presenza, significa accettare il rischio dell’assenza.

Mi sono sempre chiesto perchè l'amore dovrebbe ferirci.
Andando avanti, ho capito che quando c'è di mezzo l'amore, le persone si comportano in modo stupido.
Magari sbagliano strada, ma almeno ci provano. Io mi preoccuperei quando chi ti ama non ti ferisce più, perchè vuol dire che ha smesso di provarci che tu hai smesso di tenerci.
E se non riesci ad amare lo stesso vuol dire che non ci hai provato abbastanza.

Trovate due occhioni che vi guardano con tenerezza e, ogni giorno, lottate per loro.

Massimo Lo Leggio.

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